no, l’autore non è deceduto. solo notevolmente indaffarato. imperdonabile, comunque, lo so.
torno giusto per celebrare doverosamente lo scudetto della juventus. io che non c’ho mai creduto – non fino a qualche settimana fa, almeno. be, cosa volete che vi dica: giusto così. al netto delle stucchevoli polemiche sugli arbitri alimentate da una parte e dall’altra della capitale del potere calcistico italiano, quel bizzarro conglomerato costruito negli anni novanta e nei primi del secolo da moggi e galliani, la juve ha giocato meglio, non ha perso mai, ha corso forsennatamente. e ha vinto con merito, insomma, nonostante l’assenza di un solo fuoriclasse, nonostante il suo miglior marcatore, se non sbaglio, si sia fermato a quota dieci. di converso, il milan è stato davvero troppo poca cosa, nonostante il mio ibra. che il simbolo di questo scudetto 2011/2012 non debba essere nocerino è senza dubbio un bello spot per il nostro calcio.
ora, certo, mi piacerebbe che la smettessero con la patetica e pericolosa – ma più pericolosa che patetica – storia della terza stella. ora che ha vinto, agnelli, ora che il credito dei tifosi se lo è riguadagnato, lasci perdere. che brutto vizio italiano, quello di disprezzare le regole. io, come già scritto altrove, se fossi juventino ringrazierei il dio del pallone per essermi visto togliere solo due scudetti. suvvia, un po’ di dignità.
e il resto? peccato per il lecce. sarebbe comunque retrocesso per le scommesse, ma quella di cosmi era una bella storia. certo, rivendico con soddisfazione l’indicazione fatta mesi fa sui rischi del genoa.
bene invece per l’udinese, che andrà in champions più che giustamente. speriamo che stavolta faccia più strada di un anno fa.
ok. giuro che torno per l’ultima giornata. un commiato come si deve sarà necessario.
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