Finalmente si può parlare con una classifica senza asterischi. Ma che volete che vi dica? Le tre sberle palermitane di Ibra parlano per me, ribadendo un concetto fin troppo chiaro a chi capisca qualcosa di pallone. Dove c’è Zlatan c’è scudetto, in Italia uno così vince da solo. In Europa, come s’è visto a Londra, no, ma questo è un altro discorso.
E la Juve? In caduta libera, anche se non in picchiata. Io ho l’impressione che la squadra si sia sgonfiata, d’altronde con un tasso tecnico così modesto era inevitabile che tutto dipendesse dalla corsa e dall’ardore. Detto ciò, sta sempre lì. Per cui diamole ancora due o tre partite, prima di celebrare il funerale.
Però è vero che rischia di finire dietro la Lazie. Che sull’onda dell’entusiasmo dei due derby intascati, e intascati così, potrebbe tirar dritta fino in fondo. Nel campionato dei mediocri per prendersi belle soddisfazioni non serve poi molto.
Sulla Roma aspetto commenti più competenti, sull’Inter temo di non aver più parole da spendere. Meno di due mesi fa mi ritrovavo a dover parlare di zona Champions, perché i fatti me lo imponevano. Adesso non voglio infierire: quelli bravi sono vecchi e quelli giovani sono scarsi, l’ho già detto e a questo punto non faccio altro che sottoscriverlo. Ci vorranno anni, per ricostruire quello che sono riusciti a smantellare in una manciata di mesi. Incredibilmente.
Ok, il tempo è quello che è, e io vi saluto.
Eh sì, la Juve s’è sgonfiata, il fiato è corto e non vince ormai da un mesetto. Certo un campionato non si conquista mettendo in fila più pareggi che vittorie, questo è sicuro. Ma sul risucchio ad opera della Lazio o dell’Udinese ho ancora i miei dubbi: chi sta dietro alla Juve è peggio di lei, perlomeno in quanto a costanza.
Anche ieri il Bologna ha fatto appena un tiro in porta e Buffon neanche una parata (solo una annotazione sulle ultime polemiche arbitrali: non sono tanto i rigori non dati a sembrarmi un po’ sopra le righe – anche al Dall’Ara ce n’era uno bello solare, ma il Doc come al solito soprassiede e anche Allegri ci risparmia una delle sue battutine strasimpatiche – quanto i cartellini non dati; dal Milan in poi sembra che i bianconeri li si possa mazzolare in piena libertà). Insomma, di solito non sto ad ascoltare tanto Conte, però una cosa sensata l’ha detta: i bianconeri non hanno nulla su cui deprimersi, il loro campionato fin qui è stato eccellente, migliore di quello di qualsiasi altra squadra in base alle aspettative iniziali (forse assieme all’Atalanta). E’ a 2 punti dalla capolista, è ancora imbattuta (per quello che conta), è a un passo dalla finale di coppetta e ha un patrimonio di giovani talenti in primavera o in giro per l’Italia da far invidia. Insomma, con 2-3 grandi colpi, il futuro può essere suo.
E’ il presente, invece, che è una chiavica: lo striscione di Bologna – come già quelli di Milano e Firenze sull’Heysel – è stato agghiacciante non meno dei buu dell’Olimpico. E non faceva neanche ridere.
Scusa Dozzo… tornerò sabato a scrivere per questo blog, in diretta dal Barbera.